Ormai viviamo la nostra vita a 15 secondi per volta, come le storie Instagram. Che poi per molti quelle sono le storie più lunghe che abbiano mai avuto. Ma non è colpa loro. Nella vita non ci sono filtri, hashtag o gif. La vita è un “buona la prima” e difficilmente le cose ci vengono bene alla prima a noi ragazzi dei social. Perché ci siamo abituati a scattare 8 foto consecutive prima di essere soddisfatti del risultato.
E puliamo la tovaglia dalle briciole, spostiamo il bicchiere, raddrizziamo la forchetta, giriamo il piatto, ci allontaniamo un po’, ci alziamo in piedi, la proviamo anche con il flash e comunque alla fine ne modifichiamo la luce, la saturazione, la nitidezza, il contrasto. Proviamo con il bianco e nero perché ogni tanto regala gioie, ma purtroppo quell’effetto lì si chiama scala di grigi, e la maggior parte di noi il proprio Mr Grey non l’ha mica trovato.
Quindi postiamo foto di piatti succulenti che mangeremo freddi mentre scriviamo hashtag tipo #teasty#gnamy#foodporn#picoftheday#lunch con queste parole inglesi che poi usiamo nel nostro linguaggio di tutti i giorni perché ci sentiamo cittadini del mondo. E facciamo dirette per dire cose in maniera indiretta, perchè il coraggio di questi tempi ha il profilo privato. E allora che ne dite di condividere ciò che realmente vi rende felice e non ciò che fa credere agli altri che voi lo siate, di condividere la vita e non ciò che fa credere di averla vissuta. Ogni giorno prima di entrare on-line ricordatevi di entrare on life!
Una delle mie mille riflessioni.
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