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Riflessioni in viaggio

Sul treno. Prossima fermata

binari del treno

Le persone sul treno mi piacciono.

Guardano fuori, guardano l’ora, guardano gli altri. C’è chi gioca sul telefono, chi legge e chi parla. Spesso c’è chi dorme.

E sono pendolari, studenti, persone che partono o tornando dalle loro famiglie. E hanno valigie di oggi tipo. Zaini, borsoni e trolley.

Sul treno molto affollato riescono ad incastrarsi come il tetris, su quello più vuoto invece li vedi distanti almeno un paio di sedili gli uni dagli altri. Senti accenti di ogni parte d’Italia, ti fai gli affari di tutti. 

C’è chi ha il piumino anche d’estate e si lamenta dell’aria condizionata e chi vuole aprire il finestrino anche d’inverno perché vuole un po’ di fresco.

C’e chi tira giù le tapparelle e chi gli chiede di ritirarle su, chi non si vuol sedere contro mano e chi si siede anche per terra pur di non stare in piedi.

Sul treno c’è chi non riesce a stare fermo, e lo vedi fare in su e in giù per il corridoio fino a farci il solco, e c’è invece chi, anche quando deve scendere, aspetta fino all’ultimo prima di alzarsi dal sedile.

C’e chi ti aiuta a mettere su la valigia e chi invece rimane seduto con le braccia conserte a guardarti, scommettendo forse tra se e se sul fatto che tu possa tirartela in testa oppure strapparti un muscolo.

Il treno va.

E tu lo lasci andare.

C’è chi dice che “il treno passa una sola volta nella vita” e chi risponde che “se proprio ci tengo me la faccio anche a piedi” ad ogni modo la prossima è la mia fermata, o almeno spero.

Una delle mie mille riflessioni.

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