Se vi trovate nel capoluogo piemontese e avete già visto la Mole Antonelliana, il Museo Egizio e il Palazzo Reale, allora non vi resta che giocare con me alla prima caccia al tesoro a Torino! Questa caccia al tesoro vi farà scoprire dei luoghi magici e nascosti di una Torino molto particolare.
Pronti?
Non dimenticatevi di tenere d’occhio tutte le altre cacce al tesoro disponibili perché ogni mese ne esce una nuova.
Qui sotto vi lascio la mappa per poter giocare con me!
Primo indizio:
Siamo pronti ad iniziare questa prima caccia al tesoro a Torino e voglio partire con il botto portandovi in uno dei miei quartieri preferiti, il quartiere di San Donato.
Io sono completamente innamorata dello stile liberty e cerco sempre un palazzo liberty quando sono in viaggio. Torino per fortuna è piena di palazzi liberty, soprattutto in questo quartiere, ma il più famoso è sicuramente Casa Fenoglio-Lafleur.
Il suo nome deriva proprio dall’architetto, Pietro Fenoglio, e dalla famiglia francese che lo abitò, Lafleur. Questa casa venne risparmiata, fortunatamente, dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Attualmente è sede di alcuni studi professionali e di appartamenti privati.
Immaginatevi come dev’essere vivere in una casa in stile liberty, con i ferri battuti, i vetri colorati, gli stucchi e i graffiti. Mi si illuminano gli occhi solo a pensarci!!
Secondo indizio:
Torniamo ai giorni nostri e scopriamo una bellissima installazione proprio nel centro di Torino. Sto parlando del palazzo delle ombre che si trova in piazzetta Andrea Viglongo. L’istallazione è stata creata del newyorkese Nancy Dwyer ed è stata realizzata nel 2001.
L’opera si chiama “waves of wanting” e si tratta di sei onde con incisa la stessa parola in cinque lingue (francese, italiano, tedesco, inglese e spagnolo).
La parola in questione è PIU’ e quando l’istallazione viene illuminata dal sole crea un gioco di ombre grazie al quale è possibile leggere le parole.
Non chiedetemi perché la scelta della parola più, perché vi giuro che ho cercato on line e non sono riuscita a capirlo!
Forse diceva “più cacce al tesoro”
Terzo indizio:
Torino è piena di magia e forse lo avrete già scoperto. Ma la magia non è sempre buona, quindi come terzo indizio dovrete trovare un indizio della magia… nera.
Spostiamoci in via Lascaris e iniziamo a parlare del diavolo. Quello che dovrete trovare, per adesso, sono i suoi occhi.
Guardate bene per terra perché riuscirete a vedere delle fessure dalla forma molto particolari. La credenza popolare pensava infatti che quelle fessure fossero gli occhi del diavolo e il fatto che in quegli anni quel palazzo fosse la sede di una loggia massonica non hanno fatto altro che ingigantire ancora di più l’alone di mistero su queste strane fessure.
Ma tranquilli, quelle aperture che vedrete nel marciapiedi non sono altro che piccole finestrelle che servivano ad illuminare e arieggiare i locali sotterranei. Ma la forma è veramente particolare, quindi chissà, magari è il diavolo che vi sta osservando.
Quarto indizio:
Continuiamo a parlare del Diavolo e dopo i suoi occhi andiamo alla ricerca del suo Portone! Famosissimo in tutto il mondo adesso è la sede della Banca Nazionale del Lavoro (BNL) ma dietro questo portone si celano 3 leggende.
La prima dice che il portone è comparso dal nulla in una notte e che, proprio quella notte, un apprendista avesse chiamato le forze oscure ma Satana, infastidito da quella chiamata, decise di imprigionare l’apprendista in quel portone. Quindi il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, ma volendo vi fa anche i portoni.
Un’altra leggenda narra che all’inizio del 1800, durante l’occupazione francese, il maggiore Melchiorre Du Perril entrò nel palazzo per mangiare e non ne uscì mai più. Sembrerebbe che vent’anni dopo, durante alcune ristrutturazioni, alcuni operai trovarono uno scheletro nel muro…
L’ultima leggenda sul portone del diavolo di Torino risale invece al 1790 durante una festa di carnevale una ballerina venne trovata sul pavimento, pugnalata alle spalle. Quella stessa notte sulla città si scatenò una fortissima tempesta che ruppe i vetri delle finestre. Il vento spense tutte le candele e gli invitati alla festa fuggirono terrorizzati. Poco dopo venne avvistato un fantasma e tutti pensarono appartenesse alla ballerina uccisa.
In ogni caso, coincidenza o meno, in quegli anni il portone si trovava al numero 15 di via XX Settembre (ora è il numero 40) e nei tarocchi, il numero 15 è associato al Demonio.
Quinto indizio:
Proseguiamo la nostra caccia al tesoro e continuiamo a parlare di portoni. Ma questa volta quello che dovete trovare non è quello del diavolo, ma anzi, uno pieno di frutta.
Sto parlando per portone del melograno. Vi ricordate l’architetto che ha progettato Casa Fenoglio dell’inizio della caccia al tesoro? Beh è lo stesso che ha realizzato questo splendido portone sempre in stile liberty.
Ovviamente dal nome potrete capire cosa è raffigurato sul portone. Si tratta infatti di due alberi di melograno realizzati in ferro battuto e colorati a mano. Foglie e frutti si intrecciano per creare un pezzo unico nel suo stile! Assolutamente da non perdere! Se poi volete comprare un appartamento qui vi costerà solo €480.000 per un quadrilocale, o in caso di affitto vi basteranno €1.400 al mese!
Sesto indizio
Finiamo questa prima caccia al tesoro a Torino prendendo una bella boccata di aria fresca, e il miglior posto dove farlo è sicuramente il Condominio 25 Verde.
Si tratta di un condominio composto da 63 appartamenti che assomiglia molto al bosco verticale di Milano. Sono infatti più di 200 gli alberi che lo compongono e sono stati scelti per poter ridurre le polveri sottili provocate dalle macchine e per proteggere dall’inquinamento acustico per gli appartamenti.
Inoltre mantengono stabile la temperatura regalando un freschetto niente male d’estate e un tiepido calduccio durante l’inverno. È una vera goduria per gli occhi e per l’ambiente è infatti stato realizzato con materiali naturali, pensate che invece della vernice è stato ricoperto da listelli di legno che richiamano il tronco di un albero. Tutto questo verde è possibile anche grazie alla racconta delle acque piovane che vengono utilizzate poi per l’innaffiatura.
Ogni pianta è stata scelta in base all’esposizione di dove sarebbe stata collocata, nulla è stato lasciato al caso. Questo tipo di architettura è proprio quello che ci vuole ora. Dobbiamo ringraziare la nostra terra e non cementificarla.
PREMIO DI QUESTA CACCIA AL TESORO:
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E non dimenticatevi di trovare tutti gli indizi delle altre cacce al tesoro!!
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