So che alcuni la aspettavano da mesi e così eccola qua. La caccia al tesoro a Prato.
Prato è una provincia poco considerata durante i viaggi in Toscana eppure pensate che è la città più popolata della regione dopo Firenze!
La zona di Prato è abitata fin dall’epoca etrusca quindi potete già immaginare quante curiosità e leggende si nascondano in questa città!
Ci sono due modi per raggiungere la città di Prato.
- In macchina (e potete parcheggiare comodamente in piazza Mercatale o al parcheggio Porta Fiorentina)
- In treno (che è quello che vi suggerisco io)
Perchè vi consiglio di visitare Prato con il treno? Perchè con meno di 25 minuti e soli 2,70€ partite dalla stazione di Firenze Santa Maria Novella e arrivate davanti al primo indizio della caccia al tesoro a Prato (non che in centro).
Quindi non ci sono più scuse, da oggi in poi Prato dovrà entrare nella vostra lista delle future destinazioni.
Stavo per dimenticarmi, leggete fino alla fine perchè solo per voi che state giocando a questa caccia al tesoro c’è la possibilità di vivere prato a 360°.
Non dimenticatevi di tenere d’occhio tutte le altre cacce al tesoro disponibili perché ogni mese ne esce una nuova.
Adesso siamo pronti per partire!
Qui trovate la mappa per aiutarvi a giocare
Primo indizio
Se avete seguito il mio consiglio e siete arrivati a Prato in treno il primo indizio ve lo ritroverete davanti, anzi dietro. Io l’ho scoperto per caso, correndo alla stazione di Porta al Serraglio, ed ho pensato subito: é perfetto per la caccia al tesoro a Prato!
Ci sono momenti nella storia che non si possono dimenticare, come la firma della costituzione da parte di Enrico De Nicola, ed è bene tenere a mente quanto tempo è trascorso.
Come fare?
Grazie all’opera d’arte, chiamata “Count up“, che è stata realizzata da Alessandra Andrini, inaugurata il 25 aprile 2009, dopo aver vinto un concorso voluto dal Museo Pecci per celebrare la Resistenza.
Dove si trova e di cosa si tratta?
Proprio dietro la stazione di Prato Porta al Serraglio, in Piazza dell’Università, c’è un enorme Orologio, in stile Flip Clock che segna gli anni, i mesi, i giorni, le ore, i minuti e persino i secondi da quando è stata firmata la costituzione.
Come la nostra costituzione anche questa opera d’arte ha avuto un po’ di intoppi durante la sua vita, vi basti pensare che, poco dopo la sua costruzione, l’azienda italiana dove è stato prodotto ha chiuso i battenti, creando non pochi problemi per quanto riguarda la manutenzione.
Per fortuna, dopo quasi due anni e 20.000€ spesi, è stato aggiustato e ora si può tornare a contare il tempo che conta.
Ma non perdiamo tempo, correte verso il secondo indizio!
Secondo indizio
Non tutti sanno che dentro il Duomo di Prato è conservata una reliquia, la Sacra Cintola della Madonna, ma lo sapeva bene il pistoiese Giovanni di Ser Landetto, chiamato Musciattino.
C’è una leggenda che lo riguarda e dice che il 27 luglio del 1312, tentò di impadronirsi della reliquia. La sua fine non fu molto vittoriosa anzi. Per punirlo i pratesi decisero di tagliargli le mani, in modo che non potesse più derubarli.
La folla, furiosa, prese la sua mano destra e la scagliò sul portale laterale del Duomo. Ancora oggi è possibile vedere il suo sangue nell’angolo in alto a sinistra, ed è proprio quello che dovrete trovare per questo indizio della caccia al tesoro a Prato. Ovviamente non si tratta veramente del suo sangue ma di una venatura rossa del marmo, ma se si tramanda che quello sia il sangue di Musciattino, la leggenda sembra un po’ più reale no?
Adesso rubare la Sacra Cintola sarebbe impossibile dato che è custodita in una cappella a lei dedicata all’interno di un “altare cassaforte” chiuso con tre chiavi rispettivamente custodite una dalla chiesa cittadina e le altre due dal Comune di Prato.
Quindi fate i bravi e continuate a giocare alla caccia al tesoro senza impadronirvi di cose non vostre che i pratesi non scherzano!
Terzo indizio
Questo indizio è in assoluto il mio preferito! Dovrete trovare un enorme volto di donna che cambia umore dalla mattina alla sera.
“Facile” direte voi “lo fanno tutte” (se avete pensato questo non vi meritate nessun suggerimento).
Si trova in una piazzetta di Prato, Piazza Santa Maria in Castello, poco conosciuta nonostante sia molto centrale.
Centinaia di persone ci passano ma in pochi notano l’opera d’arte alta quasi 7 metri, quindi, mi raccomando, distinguetevi dalla massa e ammirate la splendida opera di Fabrizio Corneli.
Si chiama Grande Sognatrice, un po’ come me, e grazie alla bravura di Fabrizio nel giocare con la luce, cambia umore. La sera, quando si accende il faretto, è rilassata e felice mentre il giorno, con la luce del sole, è malinconica e pensierosa.
Molto spesso, quando mi sentivo giù di morale, andavo in questa piazza ad ammirare quella donna che, nonostante tutto sognava. Non ricordo nemmeno più quanti desideri le ho raccontato, ma devo dire che molti si sono realizzati, quindi provateci anche voi e, se avete modo, cercate di farle un saluto sia con il sole sia la sera. Non ve ne pentirete, giuro!
Se vi piace questa opera vi invito a visitare il sito di Fabrizio Corneli per vedere tutte le altre e seguirlo in giro per il mondo. E’ un vero mago, riesce a deviare la luce e ad usarla come se fosse colore.
Quarto indizio
Di questo indizio abbiamo già parlato nella prima caccia al tesoro a Roma ma, dato che si trova anche a Prato e che tocca un argomento molto importante, ho voluto inserirlo anche in questa caccia al tesoro. Per trovare questo indizio dovete prestare attenzione a dove mettete i piedi perchè potreste inciamparci. Eh si, sto parlando delle pietre d’inciampo, ve le ricordate?
Sono dei sampietrini molto speciali, sia per il colore che per quello che ricordano. Non sono realizzati in pietra come tutti gli altri bensì in ottone e proprio sopra ci sono incise delle date e dei nomi, per non dimenticare.
Sono un’opera di Gunter Demnig che da più di vent’anni ha voluto puntare gli occhi e l’attenzione alla memoria dei deportati nei campi di concentramento nazisti. Secondo l’artista “una persona è dimenticata quando il suo nome è dimenticato“, e incidendo il loro nome su questa pietre d’inciampo, o Stolperstein, è possibile ricordare anche la data di nascita, di arresto e di morte nei campi di concentramento.
Ma dove le potete trovare a Prato? In piazza San Francesco, vicino alla fontana.
Perchè sono poste proprio qui? Perchè queste pietre d’inciampo vengono posizionate dove queste persone sono state arrestate. E’ possibile richiederne l’istallazione, che ha un costo di €120, e si possono trovare non solo in Italia, ma anche in Polonia, Ungheria, Germania e Paesi Bassi.
Quinto indizio
La caccia al tesoro a Prato sta per finire ma non possiamo dire la stessa cosa per le sorprese.
Il quinto indizio da scoprire è il buco della serratura più grande della città. Ma che dico, del mondo!
In piazza San Marco troverete un enorme blocco di marmo bianco, è veramente impossibile non notarlo! E’ stato realizzato dall’artista inglese Henry Moore e si trova a Prato dal 1972.
Considerato un dei massimi esempi di scultura contemporanea presenti in Italia e potendolo vedere in maniera completamente gratuita direi che è un oggettino da non perdere.
Ma cosa c’entra con la serratura? Beh questa scultura è stata collocata dove un tempo c’era la Porta Fiorentina che collegava Prato con Firenze, e che venne demolita verso la fine dell’Ottocento. Guardandola bene noterete che il buco che ha all’interno ricorda vagamente una toppa di una porta (forse la Porta Fiorentina?). I pratesi ormai chiamano quel blocco di marmo “il buco della serratura” anche se il suo vero nome sarebbe “forma squadrata con taglio” (molto meno poetico in effetti)
Ma la scultura di Henry Moore non ha solo questi due nomi, viene anche chiamata
- “Vertebra di animale preistorico” era bello grande questo animale preistorico visto che la scultura é alta più di 5 metri.
- “Porta di accesso alla Modernità” a simboleggiare Prato come città della modernità, in contrasto con Firenze culla del Rinascimento.
- “La carie” dato che sembra un po’ un enorme dente con il buco.
Comunque la vogliate chiamare questa scultura segna la fine della caccia al tesoro Prato ma tranquilli perchè adesso arriva il bello!
PREMIO DI QUESTA CACCIA AL TESORO:
Solo voi che avete giocato a questa caccia al tesoro a Prato avete la possibilità di assaggiare il simbolo della città, conosciuto in tutto il mondo come compagno perfetto per il Vin Santo.
Il cantuccio
I cantucci sono i biscotti semplici, ed è proprio questo che li rende così speciali. Sono un tipo di biscotto secco ma non duro, friabile e profumatissimo.
Quelli da assaggiare sono gli originali. sono stati infatti inventati da Antonio Mattei nel suo laboratorio aperto dal 1858. Ed è proprio qui che avrete lo sconto del 10% per portarvi a casa (se non li finirete prima) il simbolo iconico della città.
Vi basterà scegliere tutti i prodotti che volete provare e comunicare alla cassa, prima del pagamento, che state giocando a questa caccia al tesoro. Direi che meglio di così non potevamo finire.
E se vi dovesse venir voglia di cantucci ma non riusciste a passare da Prato potete acquistarli on line sul loro sito.
Quanti passi avete fatto per trovare queste curiosità a Prato?
Avete già scaricato l’applicazione che vi paga se camminate?
Se non sapete di cosa sto parlando cliccando qui lo scoprirete e avrete subito in regalo €1,50!
Se scoprire Prato con questa caccia al tesoro non dovesse esserti bastato puoi leggere la guida scritta da Gabriele di Italiaignota che trovi cliccando QUI
Buon divertimento e ricordatevi: se scattate delle foto durante questa caccia al tesoro taggatemi su instagram e usate l’hashtag #cacciaaltesorodibeaaround
E non dimenticatevi di trovare tutti gli indizi delle altre cacce al tesoro!!
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