Dato che la prima caccia al tesoro a Roma vi è piaciuta ho pensato di crearne un’altra, cambiando ovviamente zona della città, così durante il vostro viaggio nella capitale potrete scoprire dei luoghi meno famosi ma comunque pieni di storia.
Vediamo quanti ne conoscevate
Ma prima di partire avete già scaricato l’applicazione che vi paga se camminate?
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Adesso siamo pronti per partire!
Qui vi lascio la mappa per giocare alla seconda caccia al tesoro a Roma.
Tempo di percorrenza 24 min a piedi
Primo indizio
Iniziamo la nostra caccia al tesoro a Roma con un edificio che potrà intimorirvi un po’, ma non preoccupatevi, sotto sotto è buono. Sto parlando della Casa dei Mostri, ovvero Palazzetto Zuccari.
Realizzato da Federico Zuccari nel 1590 come dimora personale. Finì quasi in rovina per terminare il progetto che fu comunque ridimensionato rispetto all’originale. Quando morì, nel 1609, lasciò la casa agli artisti dell’accademia di San Luca.
La caratteristica più curiosa di questo edificio sono sicuramente la porta e le finestre, che si ispirano al parco dei mostri di Bomarzo. All’interno si trova la Biblioteca Hertziana, uno dei maggiori centri di studi al mondo sull’arte italiana con oltre 300.000 volumi e un archivio fotografico che vanta più di 800.000 immagini. L’accesso però non è libero, possono infatti entrare solo studiosi e ricercatori in possesso di un dottorato in storia dell’arte o architettura, motivo per il quale noi non l’abbiamo potuta visitare.
Secondo indizio
Per il secondo indizio spostiamoci verso Via del Corso, ma non per fare acquisti. Infatti, in una traversa della famosa via dello shopping, si trova la Galleria Sciarra (ingresso da via Marco Minghetti e Piazza dell’Oratorio), poco conosciuta dai turisti ma molto apprezzata da chiunque ci capiti per sbaglio. Costruita nel 1888, come cortile esterno del palazzo Sciarra Colonna, è aperta al pubblico negli orari d’ufficio. Progettata da Giulio De Angelis e dipinta da Giuseppe Cellini in pieno stile liberty. Il tema principale delle illustrazioni è la “Glorificazione della donna“, sono infatti rappresentate varie virtù femminili come “La pudica”, “L’umile”, “La forte”, “La paziente”, “La fedele”, “La misteriosa” e molte altre, tutte rappresentate in scene di vita quotidiana borghese. Quindi non potete assolutamente perdervela e provate a capire quale sia il nome di ogni dama.
Terzo indizio
Come tutti sapranno Roma nasce sul fiume Tevere che gli ha permesso di crescere forte e rigogliosa, ma non sempre è stato clemente con lei. Esattamente come Firenze anche Roma ha subito diverse inondazioni, ed è per questo che passeggiando per le vie storiche della città si possono trovare molte targhe in pietra o in marmo dove viene riportata l’altezza dell’acqua durante le varie inondazioni. Considerate che durante in medioevo la città veniva allagata una volta ogni 100 giorni. Grazie ai reperti storici si è scoperto che esistono 122 targhe affisse fino al 1937, anno in cui Roma subì l’ultima inondazione. Se volete trovarne molte il punto migliore è la chiesa di Santa Maria Sopra Minerva, vicino al Pantheon che è uno dei punti più bassi di Roma e quindi l’acqua raggiunge livelli più elevati.
Quarto indizio
Rimaniamo un momento davanti alla chiesa si Santa Maria Sopra Minerva e ammiriamo l’obelisco che si trova al centro della piazza. L’obelisco della Minerva è uno dei nove obelischi egizi a Roma ed è posizionato sulla schiena di un elefante di marmo. I romani lo chiamano il Pulcin della Minerva (“pulcino” nel dialetto dell’epoca stava per “porcino” l’attuale porcio, maiale) per le dimensioni ridotte che ha l’elefante che lo fanno assomigliare quasi ad un maialetto.
Inizialmente l’obelisco si trovava nel Tempio di Iside al Campo Marzio, ma l’attuale sistemazione fu progettata del Gian Lorenzo Bernini che lo posizionò sul dorso dell’elefante incidendo sul basamento una frase che recita così:
«Chiunque qui vede i segni della Sapienza d’Egitto scolpiti sull’obelisco, sorretto dall’elefante, la più forte delle bestie, intenda questo come prova che è necessaria una mente robusta per sostenere una solida sapienza»
Quindi pronti a trovare uno degli obelischi egizi più particolari?
Quinto indizio
Continuiamo a parlare del Bernini, un gran burlone, ma spostiamoci adesso in Piazza Navona, dove si trova l’ultimo indizio di questa caccia al tesoro a Roma.
Su un lato della piazza troviamo la chiesa di Sant’Agnese in Agone realizzata da Francesco Borromini mentre al centro della piazza troviamo la fontana dei quattro fiumi realizzata dal Bernini. Perchè queste informazioni? Perchè la leggenda narra che il Bernini, rivale del Borromini, decise di creare una postura alquanto strana per la statua che rappresenta il Rio della Plata, uno dei quattro fiumi ricreati per la fontana. La statua in questione alzerebbe la mano quasi a difendersi dalle chiesa costruita davanti a lui, per paura che essa possa cascare, come a simboleggiare uno scarso lavoro da parte dell’acerrimo rivale Borromini. La leggenda però rimane tale in quanto la costruzione della chiesa iniziò solo dopo la realizzazione della fontana. Quindi o li Bernini prevedeva il futuro, o chi ha inventato la leggenda volta solo creare una fake news.
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E non dimenticatevi di trovare tutti gli indizi delle altre cacce al tesoro!!
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