Durante il mio weekend ho scovato alcune curiosità che non potete assolutamente perdervi, anche perchè si dice vedi Napoli e poi muori, quindi sarà bene giocare a questa caccia al tesoro prima che sia troppo tardi, che ne dite?
Napoli, la città della pizza e dei babà, del mare e del vulcano. Appena si nomina tutti si illuminano e non piace solo a chi ancora non ci è stato!
Non dimenticatevi di tenere d’occhio tutte le altre cacce al tesoro disponibili perché ogni mese ne esce una nuova.
Tempo di percorrenza: 13 minuti a piedi.
Qui trovate la mappa per trovare gli indizi:
Caccia al tesoro a Napoli: Primo indizio
Iniziamo questa caccia la tesoro di Napoli in un luogo spaventoso ma allo stesso tempo anche tenero. In questo posto troverete pareti intere di braccia, gambe e teste mozzate. Ci sono letti in miniatura e manciate di occhi poggiati sui tavoli.
Inquietante vero? Eppure i bambini sono così felici in questo posto.
Di cosa sto parlando? Si tratta dell’Ospedale delle Bambole, un luogo magico dove dal 1800 si riparano bambole in ceramica, pezza, cartapesta e anche plastica. Tranquilli, non vengono discriminati nemmeno i peluche (sono nel reparto veterinaria).
Vi vedo confusi quindi forse è meglio darvi un po’ di informazioni in più.
Tutto iniziò alla fine del 1800 quando Luigi Grassi, molto bravo a riparare i burattini del teatro, si vide arrivare alcune madri con le bambole malridotte delle figlie. All’epoca le cose si aggiustavano, non si buttavano per comprarne di nuove. Così, grazie al passaparola in città, iniziò quest’arte che viene tramandata di padre in figlio per arrivare fino a noi, pensate che oggi qui ci lavora la quarta generazione!
Quando sono andata a vedere questo “museo” ho assistito ad una signora anziana che donava le sue bambole. Non aveva nipoti o figli, e quelle bambole per lei significava molto. Aveva paura che qualcuno, trovandole, potesse vederle solo come oggetti rari da vendere, mentre per lei erano state molto di più, per questo le ha donate all’ospedale delle bambole, dove le più antiche vengono messe in esposizione e quelle un po’ mal ridotte invece possono donare gli “organi” per aiutare le bambole di altre bambine.
Credo che questo posto sia ricco di amore e storia, ammetto di essermi emozionata nel vedere con quanta cura vengono riparati i giochi dei bambini. Quando ero piccola avevo una bambola, si chiamava Mimma, e per me era la mia bambina, non un giocattolo.
Secondo indizio
Continuiamo la nostra caccia la tesoro a Napoli e andiamo alla ricerca di un altro luogo unico nel suo genere, qui non troverete bambole ma… teschi.
Eh si, perchè il secondo indizio di questa caccia al tesoro si trova nei sotterranei della Chiesa Museo di Santa Luciella ai Librai. A vederla da fuori sembra una chiesa piccola e insulsa ma la sua storia e la sua cripta vi lasceranno senza parole. Pensate che di questo posto ne ha parlato anche Alberto Angela nella sua trasmissione.
Ma come mai è così famosa questa chiesa? Perchè nei suoi sotterranei è custodito un teschio con le orecchie. Si, avete capito bene, ed è proprio lui che dovete cercare!
Se vogliamo proprio essere scientifici si tratta di un cranio con cartilagini mummificate ma a Napoli, dove tutto è magico, questo teschio è considerato una reliquia e i fedeli venivano qua a pregare nella speranza di essere “ascoltati“.
Qui si praticava il culto delle anime pezzentelle (o anime del purgatorio). Ma cosa significa?
“Pezzentella” deriva dal termine latino “petere” che significa “chiedere”. Il culto quindi si basava su una richiesta alle anime del purgatorio.
Questo culto nasce nel 1656 quando, durante la peste, i cadaveri venivano messi in fosse comuni e quindi non era possibile salutare i propri cari con una degna sepoltura. L’identità dei defunti andava persa e così nacque una sorta di affetto, e di profonda devozione, nelle donne napoletane che decisero di adottare i teschi di defunti senza nome.
Ma cosa significava adottare un teschio? Le donne scendevano nelle cripte delle chiese, prendevano un teschio (chiamato capuzzella), lo ripulivano, e lo bagnavano con l’acqua per spengere le fiamme del purgatorio.
Si credeva che, attraverso le attenzioni e l’amore di queste donne, le anime pezzentelle riuscissero a passare dal purgatorio al paradiso e, per ricambiare le cure ricevute, avrebbero avverato i desideri delle donne.
Una volta realizzato il miracolo le donne tornavano nel cimitero per portare in dono gli ex voto delle grazie ricevute. Questi sono ancora visibili sulle pareti e raffigurano parti del corpo, dallo stomaco al cuore, dagli occhi alle mani.
Poter visitare questa chiesa con una guida è stato molto utile, perchè ho potuto scoprire tante piccole curiosità che i miei occhi non avrei notato.
Caccia al tesoro a Napoli: Terzo indizio
Continuiamo la nostra passeggiata per le vie di Napoli alla ricerca degli indizi della caccia al tesoro. Si sa, a Napoli tutti temono la sfiga, ed è per questo che vedrete cornini ovunque.
Ma dirigetevi in Vico del Fico Al Purgatorio, alzate gli occhi e passate sotto a quei cornini giganti, dopo averlo fatto tornate indietro e… L’avete visto? Quasi all’incrocio con via dei Tribunali si trova un’opera di Lello Esposito che rappresenta la testa di Pulcinella.
Si tratta di un’opera in bronzo e osservandola bene capirete subito cosa dovete toccare.
Il suo naso luccica per il grande successo che ha avuto tra i napoletani e i turisti che spesso passano di qui in cerca di un po’ di fortuna, un po’ come Giulietta a Verona o il porcellino a Firenze per intenderci!
Quarto indizio
Continuiamo a parlare di fortuna, o meglio di anti sfiga.
Abbiamo già visto che a Napoli i teschi (chiamati “capuzzelle”) sono molto importanti e che con i morti non si scherza. Quindi se prima abbiamo visto dove le donne andavano a prendersi cura dei teschi senza nome, adesso andiamo a scoprire tre capuzzelle anti sfiga.
Proprio davanti alla statua di Pulcinella, in via dei Tribunali, noterete tre teschi lucidi che riflettono le luce del sole. Beh quelle sono le capuzzelle anti sfiga e dietro di loro si nasconde una leggenda.
La storia narra che 120 anni fa un uomo, promesso sposo ad una ricca ereditiera, andava per tutta la città invitando chiunque al proprio matrimonio. Arrivato davanti al Complesso Museale Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco (che nome infinito!!) trovò tre teschi e negli occhi di uno di loro infilò il suo bastone dicendo “anche tu sarai invitato al mio matrimonio“, dopo di che l’uomo continuò a passeggiare e continuò ad invitare chiunque.
Finalmente il gran giorno arrivò e, poco dopo l’uscita dalla chiesa, una figura con un mantello e il volto coperto si avvicinò allo sposo, gli mise la mano sulla spalla e lui morì d’infarto. Da quel momento in poi ogni persona che passa per via dei Tribunali ha l’abitudine di accarezzare le capuzzelle, per paura che la sfortuna lo colpisca.
Caccia al tesoro a Napoli: Quinto indizio
Siamo giunti alla fine della prima, ma non unica, caccia al tesoro a Napoli. Abbiamo parlato di fortuna, di sfiga, di ospedali e di teschi, ma non abbiamo ancora parlato di sua maestà, la pizza.
Non dovrete trovare la pizza, che onestamente si trova in ogni angolo di Napoli, ma dovrete recarvi in una delle pizzerie storiche più buone della città.
Fermi, fermi, fermi!! Non dovete entrare, o meglio, non ancora! L’indizio da scovare si trova all’esterno e si tratta di un murales del famosissimo Banksy. L’identità del writer è nascosta ma la sua bravura è conosciuta in tutto il mondo. Con le sue opere spesso a sfondo satirico lascia un segno ovunque vada, ma spesso questi segni vengono cancellati dal “buoncostume“, dagli altri writers (come è successo all’altra opera di Banksy a Napoli) o dal tempo.
Ma siete fortunati perchè quello che dovrete trovare voi è… protetto per così dire.
Sto parlando della “Madonna con la Pistola” che rappresenta il contraddittorio legame tra la criminalità organizzata e la religione. Si trova sotto una teca realizzata dalla Pizzeria “dal Presidente“ e da Agostino ‘O Pazz, un famoso rigattiere, che insieme hanno deciso di proteggere ed esaltare ciò che di bello Napoli ha da offrire.
Purtroppo la caccia al tesoro a Napoli è terminata e una pizza ve la siete proprio maritata. Già che siete in zona vi consiglio la pizzeria “del Presidente” che ho testato personalmente e mi ha fatto impazzire.
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